I “Misteri” sono venti raffigurazioni artistiche della Passione e Morte di Cristo. Su una base sagomata di legno ” vara “, si ergono le opere scultoree, realizzate in tela, legno e colla, dagli artigiani trapanesi del XVII e XVIII secolo e rappresentanti scene evangeliche.
Le statue vengono addobbate con argenti antichi ed elaborate composizioni floreali, illuminate in modo da far risaltare i tratti del volto, le movenze di dolore e sofferenza. I ” Misteri ” sono diciotto, più i due simulacri di Gesù Morto e di Maria Addolorata. Ogni gruppo è portato a spalla da non meno di dieci uomini, detti ” massari ” . I portatori conferiscono alla processione uno dei suoi aspetti più significativi : ” l’annacata ” con questo termine si intende il movimento impresso al gruppo seguendo le cadenze dei brani musicali suonati dalle bande.
I Sacri gruppi che compongono la Processione dei Misteri sono diciotto, più i due simulacri di Gesù Morto e di Maria Addolorata.La tecnica di realizzazione delle statue, iniziata da Giovanni Matera, consiste nello scolpire nel legno i volti, le mani ed i piedi, così come di legno è lo scheletro. Internamente sostenuti da ossature in sughero, sui quali si modellava gli abiti grazie al fatto che la stoffa, precedentemente immersi in una mistura di colla e gesso permetteva una maggiore naturalezza degli abiti e maggiore plasticità espressiva, secondo una tecnica tipicamente trapanese, detta ” carchèt “. In tal modo nei drappeggi dei vestiti vennero realizzate quelle pieghe che si plasmavano alla diversità della scena rappresentata e rendevano ogni figura diversa dall’altra. Per la realizzazione di questi gruppi non ci ispirò all’ iconografia classica, ma ad episodi citati nei Sacri Testi o nei Vangeli Apocrifi ed aggiungendo anche delle personali interpretazioni e gli artisti trapanesi seppero dare a questi gruppi una dinamicità rappresentativa unica nel vasto panorama della Sacre Rappresentazioni. Le statue sono fissate ad una base lignea detta ” vara ” , con un procedimento particolare, al fine di consentire una certa oscillazione durante il trasporto, tale da esprimere una scenica rappresentatività al gruppo. Analizzando la parte inferiore della vara, notiamo come i singoli gruppi vengono tenuti fermi da un pezzo di legno ( ” cugnu ” ) posto trasversalmente che ne assicura la stabilità, sia in occasione degli spostamenti e soprattutto durante la processione. Le più antiche vare sono state stupendamente intagliate dagli artigiani trapanesi con le raffigurazioni di putti, simboli del ceto di appartenenza o vedute di Trapani. La ” vara ” appoggia su ” cavalletti ” di legno e quest’ultimi sostituirono le forcelle. Infatti nei primi anni della processione, quando i gruppi dovevano effettuare delle soste, appoggiavano proprio sulle forcelle che sostenevano l’intero peso. Tuttavia, questa soluzione presentava molte difficoltà ed erano frequenti rovinose cadute dell’ intero gruppo. Si pensò pertanto di sostituirle con i ” cavalletti ” che, se hanno aumentato il peso dell’intero gruppo, hanno tuttavia permesso una maggiore sicurezza nel trasporto. Le antiche forcelle sono ancora oggi presenti nella Processione dei Misteri di Erice, dove le dimensioni d il peso dei gruppi sono di gran lunga inferiori a quelli del capoluogo. Tornando ai “Misteri trapanesi” è da ricordare che dal 1950, si iniziò a coprire i cavalletti con un sontuoso mantello nero ( a’ manta ), sul quale è impresso il nome del ceto di appartenenza. La rappresentazione scenografica dei Misteri è ambientata più nell’epoca medievale che ai tempi dell’occupazione romana della Palestina. Si possono notare soldati dalla divisa spagnoleggiante o elmi sostituiti da immaginari pennacchi, per non dir poi che spesso i volti di alcuni personaggi ( come il giudeo della Spogliazione ) altro non erano che raffigurazioni di uomini dell’epoca ( nel caso specifico, sembra che il giudeo fosse tal ” Setticarini “, l’aiutante del boia allora presente a Trapani ). La data di costruzione dei gruppi non è certa, quello che si conosce è invece la data del più antico atto di concessione : è’ il 20 aprile 1612, quando si affidò ai ” poveri jurnateri “, il gruppo dell’ Ascesa al Calvario. Sono pochissimi i gruppi rimasti pressoché originali; molti di essi, a causa dei danni patiti a seguito delle accidentali cadute dei portatori ( specialmente nel periodo precedente all’istituzione dei cavalletti ) o per i danni conseguenti alle bombe del secondo conflitto mondiale, hanno subito modifiche o notevoli interventi di restauro ed in alcuni casi una totale ricostruzione. E a proposito della ricostruzione post-bellica dei gruppi, furono tanti trapanesi amanti della processione a far sì che essa potesse risorgere dai danni, non solo materiali, del conflitto mondiale e tra essi, ricordiamo i concittadini Mario Serraino , Salvatore Cassisa Mazzei, Giuseppe Savona, Antonio Tartaro ed il sindaco di allora, Francesco Manzo che, con amore e passione, si prodigarono a far rivivere quel pezzo di storia cittadina. Negli ultimi tempi si è provveduto ad una pulitura delle superfici dei gruppi. Dopo tanti anni, nei quali la polvere, il fumo delle candele e le pennellate di vernice avevano scurito le colorite espressioni ed i drappeggi, si è così pervenuti ad una immagine nuova ( ma in realtà originale ) nella colorazione delle statue. Ci si augura altresì, che si proceda con uniformità anche nelle modalità di addobbo dei gruppi in occasione della processione del Venerdì Santo, evitando la collocazione di vistose e pacchiane decorazioni argentee ( cuori, ramoscelli d’ulivo ecc… ) in totale contrasto con l’ambientazione scenografica e con il valore artistico e spirituale dei gruppi stessi.

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